Tuesday, May 15, 2007

polizia bastarda polizia assassina!

Segreto di Stato: a Genova ci fu un disegno repressivo, prima condanna perla Polizia al G8 del 2001. La censura da parte dei media è stata rigida edassoluta: della sentenza di Genova non si doveva parlare. Infattiincredibilmente non ne ha scritto neanche il Manifesto e dovrebbe spiegareperché. Alzi la mano chi ha saputo che la settimana scorsa a Genova c'èstata la prima condanna per i pestaggi della Polizia durante il G8 del 2001.Eppure la sentenza di Genova è un passaggio capitale per la ricostruzionedella verità e la giustizia di quello che successe nel capoluogo ligureoramai 6 anni fa. E ci spiega anche molto del disegno politico sotteso allarepressione [Gennaro Carotenuto].Lo Stato è stato condannato a risarcire Marina Spaccini, 50 anni, pediatratriestina, volontaria per quattro anni in Africa, per il pestaggio che subìda parte della Polizia in via Assarotti, nel pomeriggio del 20 luglio 2001.Marina, come decine di migliaia di militanti cattolici della Rete Lilliput,era seduta, con le mani alzate dipinte di bianco, gridando “non violenza”,quando fu massacrata dalla Polizia. Questa si è difesa sostenendo (sic!) chenon era possibile distinguere tra le mani dipinte di bianco di Marina e iBlack Block. Per il giudice Angela Latella invece la selvaggia repressionegenovese –e la cortina di menzogne sollevata per coprirle- è stata una dellepagine più nere di tutta la storia della Polizia di Stato e per la primavolta ciò viene scritto in una sentenza. Non solo, è ben più grave quelloche è scritto nella sentenza genovese. Quelle dei poliziotti non furono néiniziative isolate né eccessi, ma facevano parte di un disegno criminale.Si inizia a confermare in via processuale quello che chi scrive sostiene escrive da sei anni. A Genova vi fu un disegno criminale selettivo da partedi apparati dello stato. Tale disegno era teso a terrorizzare non tanto la
Lilliput, che per la prima volta in maniera così convinta e numerosa\u003cbr /\>scendeva in piazza saldandosi in un unico enorme fronte antineoliberale con\u003cbr /\>la sinistra.\u003cbr /\>\u003cbr /\>Le ragazze e i ragazzi delle parrocchie furono quelli che pagarono il prezzo\u003cbr /\>più alto, soprattutto sabato. I loro spezzoni di corteo furono\u003cbr /\>sistematicamente bersagliati dai lacrimogeni e centinaia di loro furono\u003cbr /\>pestati selvaggiamente. Ma, soprattutto decine di migliaia di loro, e le\u003cbr /\>loro famiglie, furono spaventati a morte in una logica pienamente\u003cbr /\>terroristica. Quanti dopo Genova sono rimasti a casa?\u003cbr /\>\u003cbr /\>Di fronte all’immagine sorda data dai grandi della terra, Bush, Blair,\u003cbr /\>Berlusconi, quel movimento pacifico, colorato, credibile, fatto di persone\u003cbr /\>serie e non dei pescecani rinchiusi nella città proibita, che si era riunito\u003cbr /\>intorno alle proposte concrete per un nuovo mondo possibile del Genoa Social\u003cbr /\>Forum, doveva essere schiacciato. Non lo sapevamo, ma mancavano 50 giorni\u003cbr /\>all’11 settembre.\u003cbr /\>\u003cbr /\>Riporto nel sito l’articolo dell’eccellente Massimo Calandri, apparso SOLO\u003cbr /\>sulle pagine genovesi di Repubblica lo scorso 29 aprile. E\' normale secondo\u003cbr /\>voi? Esiste ancora il diritto ad essere informati in questo paese?\u003cbr /\>\u003cbr /\>***************************\u003cbr /\>\u003cbr /\>Prima condanna per le violenze delle forze dell\'ordine contro i\u003cbr /\>manifestanti: "Non furono iniziative isolate". G8, condannato il Ministero -\u003cbr /\>Missionaria picchiata, risarciti invalidità e danni morali "Ho solo ottenuto\u003cbr /\>quello che attendevo da 6 anni: giustizia"\u003cbr /\>\u003cbr /\>MASSIMO CALANDRI\u003cbr /\>\u003cbr /\>LA PRIMA condanna nei confronti del Ministero dell?Interno per le illecite e\u003cbr /\>gratuite violenze dei suoi poliziotti è arrivata nei giorni scorsi, e cioè\u003cbr /\>circa sei anni dopo la vergogna del G8 genovese. Ma le parole con cui il\u003cbr /\>giudice istruttore Angela Latella ha motivato la sua decisione rinfrescano\u003cbr /\>",1]
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sinistra radicale ma il pacifismo cattolico, in particolare la ReteLilliput, che per la prima volta in maniera così convinta e numerosascendeva in piazza saldandosi in un unico enorme fronte antineoliberale conla sinistra.Le ragazze e i ragazzi delle parrocchie furono quelli che pagarono il prezzopiù alto, soprattutto sabato. I loro spezzoni di corteo furonosistematicamente bersagliati dai lacrimogeni e centinaia di loro furonopestati selvaggiamente. Ma, soprattutto decine di migliaia di loro, e leloro famiglie, furono spaventati a morte in una logica pienamenteterroristica. Quanti dopo Genova sono rimasti a casa?Di fronte all’immagine sorda data dai grandi della terra, Bush, Blair,Berlusconi, quel movimento pacifico, colorato, credibile, fatto di personeserie e non dei pescecani rinchiusi nella città proibita, che si era riunitointorno alle proposte concrete per un nuovo mondo possibile del Genoa SocialForum, doveva essere schiacciato. Non lo sapevamo, ma mancavano 50 giorniall’11 settembre.Riporto nel sito l’articolo dell’eccellente Massimo Calandri, apparso SOLOsulle pagine genovesi di Repubblica lo scorso 29 aprile. E' normale secondovoi? Esiste ancora il diritto ad essere informati in questo paese?***************************Prima condanna per le violenze delle forze dell'ordine contro imanifestanti: "Non furono iniziative isolate". G8, condannato il Ministero -Missionaria picchiata, risarciti invalidità e danni morali "Ho solo ottenutoquello che attendevo da 6 anni: giustizia"MASSIMO CALANDRILA PRIMA condanna nei confronti del Ministero dell?Interno per le illecite egratuite violenze dei suoi poliziotti è arrivata nei giorni scorsi, e cioècirca sei anni dopo la vergogna del G8 genovese. Ma le parole con cui ilgiudice istruttore Angela Latella ha motivato la sua decisione rinfrescano
\u003cbr /\>Ricordando a tutti che quelle cariche sanguinarie,quelle teste rotte a\u003cbr /\>manganellate, quei lacrimogeni sparati contro le persone inermi, non erano\u003cbr /\>frutto dell?iniziativa isolata o dell\'autonomo eccesso di qualche agente.\u003cbr /\>Facevano invece parte di un più ampio disegno -così come le menzogne\u003cbr /\>raccontate più tardi per coprire le nefandezze - , che rappresenta una delle\u003cbr /\>pagine più buie nella storia della Polizia di Stato.\u003cbr /\>\u003cbr /\>Il tribunale del capoluogo ligure ha dato ragione a Marina Spaccini,\u003cbr /\>pediatra cinquantenne di origine triestina, pacifista che per quattro anni\u003cbr /\>ha lavorato in due ospedali missionari del Kenia. Alle due del pomeriggio\u003cbr /\>del 20 luglio, era il 2001, venne pestata a sangue in via Assarotti.\u003cbr /\>Partecipava alla manifestazione della Rete Lilliput, era tra quelli che\u003cbr /\>alzava in alto le mani dipinte di bianco urlando: "Non violenza!".\u003cbr /\>\u003cbr /\>Gli agenti e i loro capi avrebbero poi raccontato che stavano dando la\u003cbr /\>caccia ad un gruppo di Black Bloc, che c\'era una gran confusione e qualcuno\u003cbr /\>tirava contro di loro le molotov, che non era possibile distinguere tra\u003cbr /\>"buoni" e "cattivi": bugie smascherate nel corso del processo, come\u003cbr /\>sottolineato dal giudice. I cattivi c\'erano per davvero, ed erano i\u003cbr /\>poliziotti che a bastonate aprirono una vasta ferita sulla fronte della\u003cbr /\>pediatra triestina. Dal momento che quegli agenti, come in buona parte degli\u003cbr /\>episodi legati al vertice, non sono stati identificati, Angela Latella ha\u003cbr /\>deciso di condannare il Ministero dell\'Interno. La cifra che verrà pagata a\u003cbr /\>Marina Spaccini non è certo clamorosa - cinquemila euro tra invalidità,\u003cbr /\>danni morali ed esistenziali - , ma il punto è evidentemente un altro.\u003cbr /\>\u003cbr /\>«Se risulta chiaramente che la Spaccini sia stata oggetto di un atto di\u003cbr /\>violenza da parte di un appartenente alle forze di polizia - scrive il\u003cbr /\>giudice - , non si può neppure porre in dubbio che non si sia trattato né di\u003cbr /\>",1]
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la memoria.Ricordando a tutti che quelle cariche sanguinarie,quelle teste rotte amanganellate, quei lacrimogeni sparati contro le persone inermi, non eranofrutto dell?iniziativa isolata o dell'autonomo eccesso di qualche agente.Facevano invece parte di un più ampio disegno -così come le menzogneraccontate più tardi per coprire le nefandezze - , che rappresenta una dellepagine più buie nella storia della Polizia di Stato.Il tribunale del capoluogo ligure ha dato ragione a Marina Spaccini,pediatra cinquantenne di origine triestina, pacifista che per quattro anniha lavorato in due ospedali missionari del Kenia. Alle due del pomeriggiodel 20 luglio, era il 2001, venne pestata a sangue in via Assarotti.Partecipava alla manifestazione della Rete Lilliput, era tra quelli chealzava in alto le mani dipinte di bianco urlando: "Non violenza!".Gli agenti e i loro capi avrebbero poi raccontato che stavano dando lacaccia ad un gruppo di Black Bloc, che c'era una gran confusione e qualcunotirava contro di loro le molotov, che non era possibile distinguere tra"buoni" e "cattivi": bugie smascherate nel corso del processo, comesottolineato dal giudice. I cattivi c'erano per davvero, ed erano ipoliziotti che a bastonate aprirono una vasta ferita sulla fronte dellapediatra triestina. Dal momento che quegli agenti, come in buona parte degliepisodi legati al vertice, non sono stati identificati, Angela Latella hadeciso di condannare il Ministero dell'Interno. La cifra che verrà pagata aMarina Spaccini non è certo clamorosa - cinquemila euro tra invalidità,danni morali ed esistenziali - , ma il punto è evidentemente un altro.«Se risulta chiaramente che la Spaccini sia stata oggetto di un atto diviolenza da parte di un appartenente alle forze di polizia - scrive ilgiudice - , non si può neppure porre in dubbio che non si sia trattato né di
agente, né di un fatale inconveniente durante una legittima operazione di\u003cbr /\>polizia volta e riportare l\'ordine pubblico gravemente messo in pericolo».\u003cbr /\>\u003cbr /\>Perché l\'intervento della polizia non fu «legittimo», è ormai abbastanza\u003cbr /\>chiaro. Lo hanno confermato i testimoni e in un certo senso gli stessi\u003cbr /\>poliziotti e funzionari, con le loro contraddizioni: «Gli aggressori erano\u003cbr /\>diverse decine; l\'ordine era di caricarli, disperderli ed arrestarli», hanno\u003cbr /\>detto, interrogati. Ma poi risulta che furono arrestati solo due ragazzi\u003cbr /\>(non feriti), la cui posizione fu in seguito peraltro archiviata. La\u003cbr /\>pacifista era assistita dagli avvocati Alessandra Ballerini e Marco Vano. Il\u003cbr /\>giudice ha sottolineato come fotografie e filmati portati in aula «siano\u003cbr /\>stati illuminanti»: «Si vedono ammanettare persone vestite normalmente; più\u003cbr /\>poliziotti colpire con i manganelli una persona a terra, inerme. La stessa\u003cbr /\>Spaccini è una persona di cinquant\'anni, di cui giustamente si sottolinea\u003cbr /\>l\'aspetto mite». E poi, le testimonianze come quella di una signora\u003cbr /\>settantenne che parla di una «manifestazione assolutamente pacifica e\u003cbr /\>allegra» e di aver quindi visto agenti «bastonare ferocemente persone con le\u003cbr /\>mani alzate ed inermi come lei». Marina Spaccini ha accolto il giudizio con\u003cbr /\>un sorriso: «Era semplicemente quello che attendevo da sei anni. Giustizia».\u003cbr /\>\u003cbr /\>\u003ca onclick\u003d\"return top.js.OpenExtLink(window,event,this)\" href\u003d\"http://www.gennarocarotenuto.it\" target\u003d_blank\>http://www.gennarocarotenuto\u003cwbr /\>.it\u003c/a\>\u003cbr /\>\u003c/div\>",1]
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un'iniziativa isolata, di un qualche autonomo eccesso da parte di qualcheagente, né di un fatale inconveniente durante una legittima operazione dipolizia volta e riportare l'ordine pubblico gravemente messo in pericolo».Perché l'intervento della polizia non fu «legittimo», è ormai abbastanzachiaro. Lo hanno confermato i testimoni e in un certo senso gli stessipoliziotti e funzionari, con le loro contraddizioni: «Gli aggressori eranodiverse decine; l'ordine era di caricarli, disperderli ed arrestarli», hannodetto, interrogati. Ma poi risulta che furono arrestati solo due ragazzi(non feriti), la cui posizione fu in seguito peraltro archiviata. Lapacifista era assistita dagli avvocati Alessandra Ballerini e Marco Vano. Ilgiudice ha sottolineato come fotografie e filmati portati in aula «sianostati illuminanti»: «Si vedono ammanettare persone vestite normalmente; piùpoliziotti colpire con i manganelli una persona a terra, inerme. La stessaSpaccini è una persona di cinquant'anni, di cui giustamente si sottolineal'aspetto mite». E poi, le testimonianze come quella di una signorasettantenne che parla di una «manifestazione assolutamente pacifica eallegra» e di aver quindi visto agenti «bastonare ferocemente persone con lemani alzate ed inermi come lei». Marina Spaccini ha accolto il giudizio conun sorriso: «Era semplicemente quello che attendevo da sei anni. Giustizia».

4 comments:

Pp. said...

Perché si legge così una kiavika?

mpotto said...

perkè parla di polizia... comunque ora provo a ripostarlo..

Anonymous said...

finalmente è stato fatto qualcosa, ma è ancora troppo poco...

mpotto said...

si, hai ragione e cmq questi meccanismi, tipici della giustizia borghese, non dovrebbero neanke essere la risposta ideale a ki crede in una giustizia reale... se almeno la gente sapesse si rafforzerebbe la consapevolezza del ruolo repressivo dell'italica sbirraglia...