Friday, September 29, 2006

Saluti no tav(AlPostMioPiGY)

No Ponte, No Mose, No Tav,
Coordinamento comuni Val di Susa,
Conferenza Permanente dei Sindaci della tratta ad AV Verona-Padova

con le prime adesioni di:
Wwf, Legambiente, Italia Nostra, Campagna Sbilanciamoci, Rete del Nuovo Municipio
Fiom, Carta cantieri sociali, il Manifesto,

ORGANIZZANO
Manifestazione Nazionale

14 OTTOBRE ore 14,30 A ROMA

CONTRO LA LEGGE OBIETTIVO E LE GRANDI OPERE DANNOSE,
PER UN NUOVO PIANO DEI TRASPORTI E DELLA MOBILITA’
E PER LE INFRASTRUTTURE CHE SERVONO
AL PAESE E AL TERRITORIO
Dal 2001 al 2005, con il governo Berlusconi, abbiamo vissuto una stagione in cui le politiche governative hanno tentato di imporre scelte infrastrutturali e impiantistiche nel campo dei trasporti, dell’energia e dei rifiuti, contro gli interessi strategici del Paese, senza un reale coinvolgimento delle comunità locali e dei loro diretti rappresentanti, eludendo la valutazione ambientale strategica preventiva di piani e programmi, facendo carta straccia della valutazione di impatto ambientale.

In questo periodo, con le norme derivanti dalla Legge Obiettivo e le scelte contenute nel Primo Programma delle infrastrutture strategiche, è stata esasperata la logica del "realizzare senza pensare" opere contro il senso comune e la razionalità, oltre che spesso contro l'ambiente, la cultura e il paesaggio italiano e contro, gli stessi vincoli economico-finanziari del bilancio dello Stato.

Le grandi opere che veramente servono all’Italia dovrebbero essere finalizzate a trasferire le merci dalla strada, alla ferrovia e alle navi; a creare una rete logistica intermodale; a realizzare politiche coordinate per la mobilità urbana; a razionalizzare i sistemi idrici; a prevenire e contrastare il dissesto idrogeologico; a risanare e riqualificare i beni culturali, artistici e archeologici; a tutelare, valorizzare e promuovere il territorio, il paesaggio e la biodiversità.

Finora, invece, sono state sottovalutate le condizioni del territorio, sia in termini di fragilità dell'assetto idrogeologico che rispetto alla perdita di funzionalità e di qualità del paesaggio legata agli eccessi di urbanizzazione e infrastruturazione registratisi in questi anni.

Al tempo stesso, le comunità territoriali e gli stessi comuni sono stati quasi del tutto esclusi dal confronto e dalle decisioni sulle infrastrutture da realizzare. Oggi occorre tornare al più presto a un normale funzionamento dei meccanismi democratici e della partecipazione: chi vive nei territori interessati da grandi progetti infrastrutturali non rivendica un potere di veto ma pretende di non essere considerato “oggetto” di scelte decise altrove.

Non sono stati neanche fatti i conti con la reale disponibilità di risorse economiche-finanziarie, impostando un programma di interventi “a pioggia”, per la realizzazione di 531 progetti dal costo complessivo di 264 miliardi di euro, che costituisce un’ipoteca che graverà sui conti pubblici per i prossimi 20 anni.

Nel programma del Governo è stato dichiarato il fallimento della Legge Obiettivo, ma non sono stati ancora compiuti atti chiari e univoci per superare le norme e le procedure che da questa derivano e abbandonare il programma delle infrastrutture strategiche, cominciando dai progetti sul ponte sullo Stretto di Messina e delle tratte dell’Alta Velocità.

Per questo noi scendiamo in piazza il 14 ottobre a Roma per chiedere:

- il superamento della Legge Obiettivo e dei provvedimenti da questa derivati e il congelamento (a partire dalla Legge Finanziaria 2007) del Primo Programma delle infrastrutture strategiche, che hanno consentito di fare carta straccia delle valutazioni ambientali su piani, programmi e progetti e hanno umiliato la partecipazione degli enti e delle popolazioni locali;

- l’adeguamento del Piano generale dei Trasporti varato nell’aprile 2001 alle esigenze di mobilità del Paese e la redazione di nuovi Piani e Programmi, nazionali e regionali, per l'energia, i rifiuti, il territorio, il paesaggio, realizzati secondo l'approccio irrinunciabile della tutela e valorizzazione ambientale, della partecipazione dei cittadini e della reale utilità economica e sociale degli interventi proposti,

- una nuova stagione di sicurezza, trasparenza e legalità nel mercato dei lavori pubblici, che superi le norme criminogene sui general contractor, le rendite di posizione dei concessionari e l’abuso incontrollato dei sub-appalti.

TUTTI A ROMA IL 14 OTTOBRE

Sulla base di questa piattaforma chiediamo l’adesione
e la partecipazione di associazioni, comitati, coordinamenti, enti locali,
forze politiche e sociali, singoli cittadini e cittadine!

Le adesioni vanno inviate alla seguente email: romalazio@carta.org
per informazioni: Carta cantieri sociali: tel. 06.80692244
Not(av)izied'oggi
28/09/2006: Per tre voti non passa alla Camera la risoluzione Del Bue sullaTavClamoroso alla Camera. Nella seduta dedicata all'Alta velocitàTorino-Lione, la risoluzione presentata dall'on. Mauro Del Bue non è stataapprovata per soli tre voti. Tre i documenti da discutere e votare sullaspinosa questione: uno presentato dall'on. Zanetta (Forza Italia) , unodall'on. Tassone (Udc) e uno da Del Bue (Nuovo Psi).L'on. Mauro Del bue ha illustrato un testo che era assolutamente privo dipolemcihe nei confronti del governo e che sottolineava semplicemente lavolontà di procedere alla realizzazione dell'opera. Questo il testo: "LaCamera, preso atto della volontà del governo, manifestata dal ministro DiPietro, di realizzare la ferrovia ad Alta velocità Torino-Lione, così comeprevisto dalla Pianificazione europea, nell'ambito del Corridoio numero 5che dovrà congiungere Lisbona a Kiev interessando direttamente il nostroPaese, impegna il governo ad espletare tutte le procedure amministrativeper rendere possibile l'avvio dell'opera entro i termini idonei a nonperdere il finanziamento che l'Unione europea dovrà iscrivere nel bilancio2007-2010". Si è aperta subito una ferita all'interno della maggioranza.I verdi e i comunisti, contrari alla realizzazione dell'opera hanno subitopreso le distanze, mentre più disponibili apparivano i Ds e la Margherita.Alla fine, però, anche questi ultimi hanno preferito non rompere lacoalizione unionista e hanno deciso di votare contro.Contro l'Alta velocità, dunque, fatto gravissimo, anche alla luce dellerecenti accuse del commissario De Palacio ai ritardi italiani. Ugualmentela maggioranza dei deputati della Rosa nel pugno e dell'Udeur hanno votatoinvece a favore. Così la risoluzione ha rischiato di essere approvatacontro la volontà del governo.Con rammarico e per soli tre voti il documento di Del Bue non ha avuto ilplacet della Camera. Da segnalare alcune assenze eccellenti in Forza Italiae anche un voto contrario di un deputato di An.

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