Wednesday, September 13, 2006

...questa è la testimonianza di un militante di ritorno dal Libano...
Mi ha colpito quindi la rigiro così com'è, per ki non avesse l'opportunità di leggerla altrove...



Sono appena tornato da una visita a Beirut.
Per nostra fortuna, ci siamo trovati nella capitale libanese proprio nei giorni in cui essa non veniva bombardata dagli israeliani. Alla nostra proposta di recarci al Libano meridionale, siamo stati (cortesemente ma)fermamente dissuasi da Libanesi e Palestinesi. Dopo aver visitato le zone diBeirut sud più disastrate, campi di profughi palestinesi a Beirut, ospedali,scuole adibite a rifugio per sfollati, abbiamo avuto tantissimi incontri conesponenti di vari partiti e di ONG libanesi, con dirigenti dei gruppi diresistenza palestinese, nonchè col presidente del Libano (poco cortese,oltre a un durissimo discorso antiisraeliano ed antiamericano, non ci haofferto nemmeno un bicchiere d' acqua...).A Damasco, oltre ad esponenti della resistenza palestinese, abbiamoincontrato quadri di partiti e "pariti" siriani, nonchè il vicepresidentedella Siria ed un alto quadro del ministero siriano degli Aff. Esteri.Non ho idea come andrà a finire al Consiglio di Sicurezza, però mi premesegnalare qualche punto da quanto raccontatoci e da quanto abbiamoosservato:· La situazione umanitaria in Libano è un disastro - e tende apeggiorare dato che oramai ci devono essere alimenti solo per 2-3 settimane(l'80% degli alimenti consumati nel paese è d'importazione e con il bloccoisraeliano...)· Il Libano stesso è una polveriera che attende solo la miccia. Unadelle ragioni, è l'enorme diseguaglianza - Beirut è, praticamente, duecittà: una, opulenta, con enorme esposizione di ricchezza, qualcosa come unaMonte Carlo ben più estesa; l'altra, cioè la zona sud, poverissima, porta inmente i rioni popolari di Napoli 40 anni fa. Nel mezzo di questa zona sud, c'è ancora il campo palestinese di Chatila (di triste memoria) i cui 29.000abitanti proverebbero sollievo se fossero trasferiti ad abitare nellefavelas brasiliane...· Ai palestinesi (mezzo milione) residenti in Libano, èespressamente (per legge, votata all'unanimità dal parlamento libanese nel1986) vietato di accedere a 79 professioni, tra cui tutte quelle chenecessitano di un diploma universitario (medico, ingegnere ecc). Un anno fa,con ddl del ministro del Lavoro (dell'Hezbollah) dalla lista dei divietisono state tolte 4 professioni (tra cui l'impiego nell'edilizia e nell'agricoltura). Il risultato è che più del 70% dei palestinesi vivacchiano collavoro in nero, senza diritto alla pensione, con assistenza sanitariafornita dall' UNRWA (che, però, non copre le malattie gravi), senza dirittoalla proprietà immobile, con formazione scolastica fornita solo dall' UNRWAecc. Basta segnalare che a Chatila, il medico (75enne) di un ambulatoriocreato con aiuti dall'estero, ci ha pregati di inviare urgehntementemedicine per le malattie croniche (diabete, ipertensione ecc), perchè neerano totalmente sprovvisti da tempo.· La situazione è (poco) migliore nei rifugi di sfollati dal sud:scuole (per fortuna l'aggressione è avvenuta in estate) trasformate a rifugiper 1.500-2.000 persone, di cui si occupano principalmente l'Hezbollah evarie ONG locali che, avendo ben altro oggetto iniziale, si trovano agestire situazioni impossibili.· L'Hezbollah ormai viene considerata da tanti (anche sunniti ocristiani) come l'unica forza che resiste ad Israele. Ne consegue un enormeprestigio (trascendente le tradizionali divisioni etno-confessionali sancitedalla Cositutozione, la quale è stata ricopiata tale-quale nell'Iraqodierno, il che è tutto un dire), accresciuto dalla capacità militaredimostrata in queste settimane di scontri. Un'altra conseguenza, è ilprogressivo ritrovamento dell'unità nazionale (sempre intorno all'Hezbollah)e la prospettiva di una crescita del nazionalismo. Nel caso venga adottatadal Consiglio di Sicurezza una risoluzione come la prospettata sin'ora,qualsiasi forza internazionale venga installata nella zona di frontiera saràprestissimo considerata una forza d'invasione con le conseguenzeimmaginabili (quelle che hanno conosciuto gli americani una ventina di annifa, per intenderci).· Il verbo dell'Hezbollah, oltre alla resistenza, sulla questionesociale è estremamente populista, rimandando la soluzione di tutti iproblemi alla bontà degli uomini (filantropia) e di dio (paradiso ecc).Sulla questione delle donne, invece, le cose sono molto più chiare: laposizione tradizionale della donna nell'islam, la donna deve essere madre,obbedire al marito (dopo essersi liberata dal padre e dai fratelli) ecc. Laquota di donne che portano il velo sta diventando veramente una minoranza,aumentano enormemente quelle con il chador o, addirittura, la burqa, mentrel'indottrinamento di bambini e bambine per il ruolo che saranno chiamati/ead eseguire, inizia da tenerissima età.· In Siria, anche se sanno di essere nel mirino per un futuroprossimo o più remoto, la situazione è molto calma. I discorsi ufficialisono pieni di alti toni patriottici ("se ci attaccano, gli faremo vedere lanostra potenza" ecc) però non è visibile alcun grado di preparazionemilitare.· La situazione dei palestinesi in Siria è molto migliore di quelladei loro fratelli in Libano: il campo profughi più grande (Yarmuk, nellacapitale, 50.000 residenti) non differisce granchè dal resto della città(anzi, è anche meglio mantenuto di tante zone di Damasco). In genere, inSiria, la diseguaglianza sociale è molto contenuta - praticamente, gli uniciad esporre sfarzo, sono (a giudicare dalle targhe delle auto) cittadini delKuweit, degli Emirati e di altri paesi arabi ricchissimi.· Un ultimo punto - che non so' se provoca riso o pianto. Durante l'incontro con uno dei due PC gemelli della Siria (quello detto "di YussefFaysal"), visto che anche in quel paese -ufficialmente secolare- vedevamotroppe donne andare in giro imburqate- abbiamo posto parecchie domande sulrinforzamento dei partiti islamici nel mondo arabo, sui suoi motivi, sulperchè la sinistra (dove esiste) si veda trascinata dalle iniziativeislamiche ecc. Alla domanda precisa "questo islam non vi fa` paura, dato cheesiste un triste precedente nella zona, di Khomeini che ha fatto fuori ilTudeh ed i Mujaheedin-e-khalq" la risposta è stata (verbatim): "Come partitocomunista, non possiamo giudicare un regime antimperialista dal modo con cuitratta i propri communisti". Commenti ulteriori perfettamente inutili...

No comments: